Abbiamo preso spunto da una riflessione di Alex Vigliani, esperta guida ambientale escursionistica, per interrogarci sull’opportunità o meno di praticare questo “sport” che sta spopolando nei nostri territori. Per quei pochi che ancora non lo conoscono, si tratta di praticare il cammino non solo sulla terraferma, ma nelle acque di fiumi, torrenti e ruscelli.
È evidente che a seguito del lockdown vi sia stata una “riscoperta della Natura”, un ritorno, un nuovo avvicinamento a luoghi che prima erano conosciuti e frequentati solo da appassionati e professionisti.
Ma questa riscoperta deve essere consapevole, sostenibile, rispettosa degli habitat, della flora e della fauna dei territori.
Un’attività ludico-antropica come l’acquatrekking, soprattutto se praticata con elevata frequenza, innegabilmente disturba – quando non modifica pesantemente – gli ecosistemi fluviali.
Pur non esistendo ancora una legislazione in materia – a parte la norma di Natura 2000 che vieta tali attività nelle ZPS – possiamo sempre fare appello al nostro buonsenso: “La fauna ittica e anfibia dei fiumi merita lo stesso rispetto e la stessa attenzione dei camosci e degli orsi, difesi giustamente a denti stretti”.
Attenzione, dunque, specialmente nelle ZPS del Volturno e del Biferno afferenti al nostro progetto: ci sono i nostri avannotti di trota nativa mediterranea che stanno crescendo!
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